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13/10/2015
di Teresa Nappi

Enrico Quaroni, Rocket Fuel: «Il programmatic è amico della creatività»

Con soluzioni in grado di applicare l’efficienza della tecnologia e della scienza al mondo pubblicitario, la società è tra i principali promotori dello sviluppo del programmatic in Italia. Ne parliamo con il country manager Enrico Quaroni, che smentisce anche qualche luogo comune...

Il programmatic – per quanto fenomeno giovane – ha già vissuto tante evoluzioni legate principalmente alla tecnologia che ne è alla base. Un’evoluzione possibile soprattutto grazie agli attori che si muovono in questo mondo, che ogni giorno sono impegnati nell’adeguare le proprie piattaforme e, più in generale, la propria offerta a un universo dove il rinnovamento è all’ordine del giorno. Tra queste c’è Rocket Fuel, azienda leader nell’offerta di soluzioni di advertising basate sull’intelligenza artificiale che ha portato la precisione e l’efficienza della scienza nel mondo del marketing con la promessa di un ROI più elevato. Ma non solo. Oggi Rocket Fuel è una full programmatic marketing platform, pensata per sviluppare ulteriormente il concetto di marketing 1to1, dotandosi di una tecnologia in grado di definire quali sono le azioni di marketing da attuare in relazione a una data persona in un particolare momento della sua giornata. Abbiamo incontrato Enrico Quaroni, Country Manager di Rocket Fuel Italia dal 2013, anno in cui la società è sbarcata in Italia, che oltre a offrirci il suo punto di vista sul mercato italiano del programmatic, annuncia alcune importanti novità. Enrico, il programmatic è uno dei trend più rilevanti dell’advertising online in questo momento. A tuo giudizio, il mercato italiano è pronto? Il nostro mercato, per quanto molto ricettivo, è ancora agli inizi quando si parla di programmatic advertising. Da qui deriva quell’inesorabile e sempre più sostanziale spostamento di budget da pianificazioni tradizionali a quelle gestite in programmatic, anche se siamo ancora di fronte a quelli che potremmo definire “early adopter”. Il che significa, allo stesso tempo, grandi margini di crescita. Rocket Fuel ha puntato sull’intelligenza artificiale come elemento distintivo sul mercato. Questo posizionamento si sta rivelando vincente? Il nostro posizionamento è sempre stato quello di puntare sulla tecnologia. L’intelligenza artificiale è per noi uno strumento tecnologico che mettiamo al servizio del marketing al fine di rendere sempre più efficaci ed efficienti le comunicazioni pubblicitarie dei nostri clienti. Un approccio che piace al mercato italiano visto che i risultati che stiamo registrando in questo mercato sono molto positivi e incoraggianti, ma soprattutto in costante crescita. Quindi non possiamo essere che felici di come l’Italia abbia accolto Rocket Fuel nel mercato della pubblicità. Dati e pubblicità: è un binomio sempre più saldo. Ma come si evolverà nel prossimo futuro? Nel prossimo futuro possiamo aspettarci un sempre più alto grado di consapevolezza da parte degli interlocutori di questo mercato, in particolare lato advertiser, che sempre di più avranno coscienza di quanta importanza rivestono i dati a loro disposizione e di quanto possano aumentare la profittabilità delle loro attività di comunicazione. Quindi mi aspetto in futuro un aumento di adozione di soluzioni tecnologiche capaci di abilitare all’analisi e all’utilizzo dei dati e un conseguente incremento in termini di soluzioni offerte ai clienti, fatto che aumenterà sempre di più la competitività di questo particolare settore. Spesso si ha la percezione che il programmatic sia nemico della creatività. E’ così? In realtà è vero il contrario. Il programmatic è al servizio della creatività. Il creativo può trarre innumerevoli vantaggi da questo mondo e da quanto la tecnologia mette a disposizione della comunicazione. A tale scopo, e proprio per sottolineare quanto la cura del design di un annuncio concorra alla performance, Rocket Fuel ha realizzato e messo a disposizione di tutti la “Guida per l’ottimizzazione della creatività”, disponibile sul nostro sito. Ovvio che i vantaggi che la tecnologia può garantire ai creativi è legata alla disponibilità di questi ultimi di mettersi in gioco e di mettersi in condizione di poter fare, predisponendosi in maniera positiva a quanto la stessa tecnologia fa emergere in termini di evidenze. Parliamo di mobile: il programmatic può costituire un driver di crescita per il mercato adv sui nuovi device? Assolutamente sì. Si tratta semplicemente di mettere a disposizione dei clienti e player un sistema che permetta loro di misurare correttamente l’impatto dell'attività mobile programmatica, che oggi è di fatto la principale causa di rallentamento dello sviluppo dell'adv mobile automatizzata. Come rispondete a questa particolare necessità? Più di un anno fa Rocket Fuel ha acquistato una soluzione DMP (Data Management Platform, ndr), che è il connubio vincente tra gestione di dati e tool di analytics, attraverso la quale garantiamo vantaggi sostanziali in risposta a questo tipo di necessità. I centri media per voi sono partner o competitor? Degli ottimi partner, imprescindibili. A livello di prodotto, quali saranno le novità della vostra offerta? Le principali novità saranno la presentazione di una soluzione di creatività dinamiche, pensata per attività non solo di retargeting, ma anche in prospecting, quindi volta a incentivare new business e che implementeremo all’inizio del prossimo anno; sicuramente poi punteremo a spingere sempre di più la nostra DMP. Infine, presenteremo in maniera più estesa la nostra soluzione video come driver di crescita in programmatic per le attività di brand. Come va l’attività italiana per Rocket Fuel, anche in rapporto all’andamento della società all’estero? La branch italiana di Rocket Fuel si sta dimostrando solidissima. Stiamo costantemente raggiungendo i nostri obiettivi e siamo molto felici di come il mercato stia interagendo con le nostre soluzioni e di come ci abbia accolto. E soprattutto ci aspettiamo che, con il passare del tempo, si possano rafforzare e consolidare le nostre relazioni con tutti gli operatori del settore.

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